Il titolo e la trama sono ispirati ad un episodio di una famosissima serie tv degli anni novanta, di ambientazione completamente diversa. Non vi dico quale per non guastarvi la sorpresa, ma sono sicura che quelli che, come me, non sono più "disgustosamente giovani" capiranno facilmente di che si tratta.
Ho scritto "interattiva" perchè, ad un certo punto, saranno i vostri voti a decidere lo sviluppo della trama.
Un'ultima avvertenza: la storia comincia con un registro...e prosegue in maniera piuttosto inaspettata.
Buon divertimento...spero!
CONTAMINAZIONE
Quella mattina, molto presto, il detective Mac Taylor aveva chiamato a raccolta in sala riunioni tutti i componenti della sua squadra, i migliori agenti della polizia scientifica di New York.
“Sarà successo qualcosa?” chiese Stella Bonasera a Danny Messer mentre raggiungevano la sala.
“Non so, ma da stamattina qui c’è un certo fermento, Mac non ti ha accennato nulla a telefono?” rispose il ragazzo.
“No, sai quanto sia riservato…però mi è sembrato un po’ cupo” fece lei.
“Sai che novità!” scherzò lui di rimando. Si scambiarono un sorrisetto d’intesa.
Erano arrivati.
Lui le aprì cavallerescamente la porta a vetri della stanza, dove già li aspettavano Lindsay, Sid, Adam, il dottor Sheldon Hawkes ed il detective Don Flack.
E, ovviamente, Mac.
Si salutarono. L’atmosfera era piacevolmente rilassata.
Fino a che Mac non iniziò a parlare.
“Bene” disse, e il suo tono lasciava trasparire una certa preoccupazione “vi ho fatti venire qui tutti per una questione estremamente importante, ma anche estremamente delicata…” fece una brevissima pausa “si tratta di un caso di sicurezza nazionale”.
Ad Adam sfuggì un “WOW” meravigliato, che gli costò un’occhiataccia di Mac.
“Sono stato contattato dal Direttore della CIA in persona: ha bisogno delle nostre competenze per risolvere un caso urgente e molto complesso, dal quale potrebbe dipendere la sicurezza dell’intero Paese”.
Tacque un momento, sentendo l’attesa crescere nei suoi uomini.
“E’ anche una questione dannatamente pericolosa…dovremo muoverci con estrema attenzione, per cui se, quando avrò finito, qualcuno di voi vorrà chiamarsene fuori non potrò dargli torto”.
“Dai Mac, adesso ci stai facendo preoccupare sul serio!” intervenne Stella “vuoi spiegarci?”.
“Ok” fece lui “ma prima, per favore, chiudete la porta a chiave: è inutile dirvi che non una parola dovrà uscire da questa stanza”.
Con un piccolo telecomando, abbassò le luci nella sala.
Nel buio, Lindsay prese la mano di Danny e la strinse forte.
Sullo schermo alle spalle di Mac comparvero quelle che sembravano le immagini riprese da telecamere interne di sorveglianza.
“Si tratta di una struttura segreta creata qui a New York, destinata all’addestramento di agenti speciali ed alla preparazione di missioni antiterrorismo”.
La qualità del video era scarsa, ma si potevano comunque distinguere dei cadaveri, riversi gli uni sugli altri, in pose scomposte. Non sarebbe stato necessario essere dei poliziotti esperti per comprendere che lì era stata consumata una strage.
I corpi di uomini e donne giacevano seminudi, coperti di sangue.
Ovunque, segni di lotta ed oggetti infranti.
Stella si avvicinò allo schermo.
“Ma…sono tutti…” disse
“Morti” concluse Mac “quattordici tra i nostri migliori agenti speciali, uomini e donne perfettamente addestrati…”
“Le cause?” intervenne Flack.
“Dai primi rilievi sembrerebbe che si siano uccisi tra loro” rispose Mac “non sono state trovate tracce di intrusioni e la struttura non era facilmente individuabile dall’esterno”.
“Com’è possibile?” si chiese a voce alta Lindsay
“Cosa avrebbe potuto far perdere del tutto il controllo ad agenti altamente addestrati?” disse Sheldon “follia collettiva? allucinazioni? isteria?”.
“Oppure un virus sconosciuto…” si inserì Sid.
“E poi…perché i cadaveri sono seminudi?” intervenne Stella.
“Giusta domanda” fece Mac.
“Se non fossero tutti morti…si direbbe che fossero nel bel mezzo di un party selvaggio!” disse Danny, strappando a tutti un sorriso.
“Per ora, queste ipotesi sono valide tutte…e nessuna, sta a noi cercare le risposte”.
“Bene, allora si va?” chiese Flack.
“No” Mac scosse la testa “forse non mi sono spiegato: nessuno di noi si muoverà da qui, la struttura era segreta ed è già stata smantellata”.
“Vuoi dire che non potremo fare un sopralluogo sulla scena, né prelevare campioni o scattare fotografie?” il tono di Danny si era fatto inquieto.
“Esatto” rispose lui “non abbiamo le credenziali necessarie e l’identità degli agenti deceduti deve restare riservata, anche ora che sono morti…”
“Quindi niente cadaveri, né autopsie?” intervenne Sheldon.
Mac annuì, le braccia conserte, lo sguardo serio.
“Né tanto meno impronte digitali” concluse.
“Ma, allora, come faremo a condurre l’indagine?” chiese Stella, dando voce ai pensieri di tutta la squadra.
A questo punto, Mac si spostò leggermente di lato rivelando la presenza, sul pavimento, di una decina di casse metalliche, tutte ermeticamente chiuse.
“Dovremo accontentarci dei reperti che gli uomini della CIA hanno prelevato sul posto; qui dentro ci sono i video integrali della sorveglianza, campioni di tessuti e di sangue, e così via”.
“Ovviamente non i dati dei computer…” azzardò Adam.
“Ovviamente” rispose Mac “non…”
“Lo so, lo so…non abbiamo le credenziali necessarie per accedervi” lo prevenne Flack.
Tacquero tutti.
Mac capì che i suoi uomini si aspettavano che dicesse loro qualcosa.
“So che è un’indagine dannatamente complessa…” riprese.
“Una corsa ad ostacoli, direi!” fece Stella.
“Già” proseguì lui “ma la sicurezza della nazione potrebbe dipendere da come lavoreremo nelle prossime ore. Se deciderete di proseguire, pretendo da ciascuno di voi il massimo dell’impegno”.
Li guardò in viso uno per uno.
Nessuno disse nulla.
Nessuno si mosse.
Mac sorrise: era certo che non gli avrebbero voltato le spalle.
“Forza, al lavoro” disse.
Quello era tutto. Li aveva congedati.
Ad Adam e Flack toccarono i video delle telecamere interne, a Sid e Sheldon i campioni di tessuto prelevati dai cadaveri, mentre Lindsay e Danny esaminavano i reperti contenenti il sangue delle vittime ed i campioni di aria, acqua e delle altre sostanze rinvenute sul posto.
Stella e Mac, intanto, cercavano negli archivi informatici per verificare eventuali precedenti analoghi o segnali che denotassero una possibile matrice terroristica.
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“Un vero caso di sicurezza nazionale, wow!” disse Danny, abbracciando da dietro Lindsay, che era intenta a trasferire un campione di sangue da una provetta al vetrino che avrebbe poi passato sotto il microscopio.
La ragazza era nervosa e quel gesto inaspettato la fece sobbalzare.
La provetta si inclinò sul tavolo ed una minuscola - Dio, veramente minuscola - goccia di sangue schizzò Danny sulla pelle nuda, tra il guanto di lattice e la manica della camicia che l’uomo aveva arrotolata sull’avanbraccio.
Lui nemmeno se ne accorse, tanto era piccola.
“Stupido! Mi hai spaventata!” disse lei, tra il divertito e l’infastidito. A volte Danny faceva un po’ troppo lo spiritoso…
“Dai, Montana, non sarai mica preoccupata sul serio?” le chiese lui, con dolcezza, stringendola a sé.
Lindsay lo guardò negli occhi e la sua tensione si sciolse nell’abbraccio dell’uomo che amava.